Incontro con Jack De Lozzo, agricoltore agroforestale a Noilhan (Gers) - Francia
Il Gers, dipartimento tra i più rurali di Francia, è diventato uno dei punti caldi della nuova primavera dell’agroforestazione, grazie ad Arbres et Paysages 32, associazione che ha introdotto Jack De Lozzo alla pratica di associare alberi e colture.
– Sono sempre stato attratto dagli alberi – spiega De Lozzo percorrendo la strada che dalla stazione di l’Isle Jourdain porta alla sua azienda. – Quando ho cominciato, non ce n’erano quasi più, qui. E allora ho cominciato a piantarli, dapprima sui bordi a formare delle siepi, e poi in mezzo alle colture. Gli alberi sono importanti: caricano il terreno di sostanza organica, sostanza organica stabile: soprattutto quella che deriva dalla lignina, contenuta non solo nel legno, ma anche nelle foglie. In più, altra sostanza organica viene stoccata in profondità nel suolo, attraverso la morte delle radici. Tutto questo porta alla formazione di aggregati stabili, in altre parole il suolo è meno soggetto all’erosione, che è un problema per i terreni in pendenza, e io ne ho diversi –
– L’agroforestazione non va da sola. – dice De Lozzo – Bisogna cercare di associare il più possibile le piante. Vogliamo imitare la natura: ma la natura non fa mai monocoltura. –
Infatti, su tutti i 60 e rotti ettari a seminativo, De Lozzo pratica la consociazione tra cereali e leguminose: qui c’è grano associato a fava ed erba medica, più avanti c’è un erbaio di trifoglio incarnato, fava e veccie, in un altro appezzamento orzo, lenticchia, pisello proteaginoso, e così via.
– Ogni anno provo delle nuove combinazioni: significa prendere un certo rischio. – …
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